venerdì 17 aprile 2009

Capitolo VII "Una partita al Croquet con la Regina"

Lewis Carroll
CAPITOLO VIII
"Una partita a Croquet con la Regina"

Un gran cespuglio di rose stava presso l'ingresso del giardino. Le rose sbocciate erano bianche, ma c'erano li` intorno tre giardinieri occupati a dipingerle di rosso. "E' strano..." penso` Alice, e s'avvicino` per osservarli. Come fu loro accanto, senti` dire da uno:"Fai atttenzione, Cinque! Non mi schizzare la tua tinta addosso!"

"E che vuoi da me? - rispose Cinque in tono burbero - Sette mi ha urtato il braccio."
Sette lo guardo` e disse: "Ma bene! Cinque da` sempre la colpa agli altri!"
"Tu faresti meglio a tacere! - disse Cinque - Proprio ieri la Regina diceva che tu meriteresti di essere decapitato!"
"Perche`?" domando` il primo che aveva parlato.
"Questo non ti riguarda, Due!" rispose Sette.
"Si`, che lo riguarda! - disse Cinque; - e glielo diro` io perche`... hai portato al cuoco bulbi di tulipani invece di cipolle."
Sette scaglio` lontano il pennello, e stava li` li` per dire:"Di tutte le cose le piu` ingiuste...", quando incontro` gli occhi di Alice e si mangio` il resto della frase. Gli altri allora si voltarono e vedendo Alice le fecero tutti insieme una profonda riverenza.
"Volete gentilmente dirmi - domando` Alice con molta timidezza - perche` state dipingendo quelle rose?"
Cinque e Sette non risposero, ma diedero uno sguardo a Due. Due disse allora sottovoce:"Perche` questo qui doveva essere un rosaio di rose rosse. Per sbaglio ne abbiamo piantato uno di rose bianche. Se la Regina se ne accorgesse, ci farebbe tagliare la testa, a tutti e tre. Cosi`, signorina, facciamo il possibile per rimediare prima ch'essa venga a...". In quell'istante Cinque che guardava attorno pieno d'ansia, grido`:"La Regina! La Regina!" e i tre giardinieri si gettarono immediatamente a faccia a terra. Si senti` un gran scalpicci`o, e Alice si volto` curiosa a vedere la Regina.
Prima comparvero dieci soldati armati di bastoni: erano della forma dei tre giardinieri, rettangolari e piatti, e dai quattro angoli spuntavano le mani e i piedi. Seguivano dieci cortigiani, tutti pieni di diamanti; e sfilavano a due a due come i soldati. Venivano quindi i principi reali, divisi a coppie e che saltellavano a due a due, tenendosi per mano: erano ornati di cuori. Poi sfilavano gli invitati, la maggior parte re e regine, e fra loro Alice riconobbe il Coniglio Bianco che discorreva in fretta nervosamente, sorridendo di qualunque cosa gli si dicesse. Egli passo` dritto senza badare ad Alice. Seguiva il fante di cuori, che portava la corona reale sopra un cuscino di velluto rosso; e in fondo a tutta questa gran processione venivano il Re e la Regina di Cuori.
Alice stette un po' a pensare se dovessse buttarsi a terra anche lei, come avevano fatto i tre giardinieri. Ma non ricordo` di aver sentito parlare di una tale usanza al passare di un corteo. "E poi - riflette` - a quale scopo si farebbero le processioni, se tutti dovessero chinare la faccia in basso, cosi` da non poterle nemmeno guardare?". Rimase percio` in piedi e aspetto`.
Quando il corteo arrivo` di fronte ad Alice, tutti si fermarono e la guardarono; e la Regina grido` in tono severo:"Chi e` costei?" e si volse al fante di cuori, il quale per tutta risposta sorrise e s'inchino`.
"Idiota!" gli disse la regina. Poi si volse verso Alice e la interrogo` direttamente:"Come ti chiami, fanciulla?" domando`.
"Con il Suo permesso, mi chiamo Alice, Maesta`" rispose garbatamente Alice. E fra se` penso`:"In fin dei conti, si tratta soltanto di carte da gioco. Non devo aver paura".
"E quelli chi sono?" - domando` la Regina indicando i tre giardinieri col viso a terra intorno al rosaio; perche` stando cosi` in quella posizione, il disegno posteriore rassomigliava a quello del resto del mazzo, e la Regina non poteva distinguere se fossero giardinieri, soldati, cortigiani, o tre dei suoi stessi figliuoli.
"Come posso saperlo io? - rispose Alice meravigliata lei stessa del suo coraggio - Non sono cose che mi riguardano."
La Regina divento` rossa per la rabbia e, dopo averla fissata selvaggiamente come una bestia feroce, grido`:"Tagliatele la testa, subito!"

"Siete matta!" rispose Alice a voce alta e con fermezza; e la Regina tacque.
Il Re mise la mano sul braccio della Regina, e disse timidamente:"Rifletti, cara mia, e` solo una bambina!"
La Regina irata gli volto` le spalle e disse al fante:"Voltali!"
Il fante obbedi`, e con un piede volto` attentamente i giardinieri.
"Alzatevi!" grido` la Regina, e subito i tre giardinieri saltarono in piedi e si misero a fare inchini a destra e a sinistra.
"Basta! - urlo` la Regina - Mi fate girare la testa!". Poi, volgendosi verso il cespuglio di rose chiese:"Che cosa stavate facendo qui?".
"Con buona grazia della Maesta` vostra, - rispose Due umilmente, piegando il ginocchio a terra, - tentavamo..."
"Ho gia` capito! - disse la Regina, che aveva gia` osservato le rose, - Tagliate loro la testa!" e il corteo reale si rimise in moto, lasciando indietro tre soldati, per mozzare la testa agli sventurati giardinieri, che corsero da Alice per esserne protetti.
"Non vi decapiteranno!" disse Alice, e li mise in un grosso vaso da fiori accanto a lei. I tre soldati vagarono qua e la` per qualche minuto in cerca di loro, e poi tranquillamente seguirono gli altri.
"Avete mozzato loro la testa?" - grido` la Regina.
"Maesta`, le loro teste se ne sono andate!" risposero i soldati.
"Bene! - grido` la Regina - Si gioca a croquet?"
I soldati tacevano e guardavano Alice, pensando che la domanda fosse rivolta a lei.
"Si`!" grido` Alice.
"E allora andiamo!" comando` la Regina. Alice si mise nel corteo con gli altri, curiosa di cio` che sarebbe accaduto.
"Che bel tempo!" disse una timida voce accanto a lei. Ella s'accorse di camminare accanto al Coniglio bianco, che la guardava in viso con una certa ansia.
"Molto bello" disse Alice:“ E dov'e` la Duchessa?"
"Ssst! Ssst!" disse il Coniglio a voce bassa, con gran fretta. Si guardo` ansiosamente intorno levandosi in punta di piedi e avvicino` la bocca all'orecchio della bambina:"E' stata condannata a morte!" disse.
Ma perche`?" disse Alice.
"Hai detto: che peccato?" chiese il Coniglio.
"No, io non ho detto: che peccato! Ho chiesto: perche?".
"Ha dato uno schiaffo alla Regina..." comincio` il coniglio. Alice scoppio` a ridere. "Zitta! - bisbiglio` il Coniglio tutto tremante - Ti potrebbe sentire la Regina! Sai, e` arrivata tardi, e la Regina ha detto..."
"Ai vostri posti!" - grido` la Regina con voce tonante. E gli invitati si sparpagliarono in tutte le direzioni, l'uno rovesciando l'altro: finalmente, dopo un po', poterono disporsi in un certo ordine, e il gioco comincio`. Alice pensava che in vita sua non aveva mai visto un terreno piu` curioso per giocare a croquet; era tutto a solchi e zolle; le palle erano ricci, i mazzapicchi erano fenicotteri vivi, e gli archi erano soldati vivi, che si dovevano curvare e reggere sulle mani e sui piedi.
La principale difficolta` consisteva nel fatto che Alice non sapeva come maneggiare il suo fenicottero; ma poi riusci` a tenerselo bene avviluppato sotto il braccio, con le gambe penzoloni; quando gli allungava il collo, pero`, e si preparava a picchiare il riccio con la testa, il fenicottero girava il capo e poi si metteva a guardarla in faccia con una espressione cosi` buffa che ella non poteva tenersi dallo scoppiare dalle risa. Dopo che gli aveva fatto abbassare la testa, e si preparava a ricominciare, ecco che il riccio si era svolto, e se n'andava via. Oltre a questo c'era sempre una zolla o un solco li` dove voleva scagliare il riccio, e siccome i soldati incurvati si alzavano e andavano vagando qua e la`, Alice dovette concludere che quel gioco era veramente difficile.

Gli altri giocatori, giocavano tutti insieme alla rinfusa e litigavano fra di loro, cosi` che la Regina monto` su tutte le furie e comincio` a girare per il campo da gioco urlando:"Tagliategli la testa! - oppure - Tagliate la testa a tutti!"
"Alice comincio` a sentirsi un po' a disagio: e` vero che non aveva avuto nulla da dire con la Regina ma poteva succedere da un momento all'altro, e penso`:"Che ne sara` di me? Qui c'e` la smania di troncare teste. Strano che ci sia ancora qualcuno che abbia il collo a posto!"
Gia` stava pensando di svignarsela, quando scorse uno strano spettacolo in aria. Prima ne resto` sorpresa, ma dopo aver guardato qualche istante, vide un ghigno e disse fra se`:"E' il Ghignagatto: potro` finalmente parlare con qualcuno.""Come va il gioco?" disse il Gatto, appena ebbe tanto di bocca da poter parlare.
Alice aspetto` che apparissero gli occhi, e poi fece un cenno col capo. "E' inutile parlargli, - penso` - aspettiamo che appaiano le orecchie, almeno una." Di li` a poco apparve tutta la testa, e Alice depose il suo fenicottero, e comincio` a raccontare le vicende del giuoco, lieta che qualcuno le prestasse attenzione. Il Gatto intanto dopo aver messo in mostra la testa, penso` bene di non far apparire il resto del corpo.
"Mi sembra che qui non si giochi come si deve e che non si osservino le regole del gioco. Tutti gridano, litigano fra di loro, non si riesce a capire niente e poi, con questa storia che le palline da gioco sono dei ricci vivi e che gli archi sono soldati piegati in due, non si riesce a concludere nulla. Per esempio, io stavo per dare scacco matto alla regina con il mio riccio, e quello se ne va da un'altra parte".
"Ti piace la Regina?" domando` il Gatto a voce bassa.
"Per niente - rispose Alice, e stava per aggiungere - e` tanto..." quando si accorse che la Regina le stava vicino e l'ascoltava, allora continuo`:"...tanto brava a giocare a croquet che e` inutile voler competere con lei!"
La Regina sorrise e ando` oltre.
"Ma con chi parli?" domando` il Re che s'era avvicinato ad Alice, e osservava la testa del Gatto con grande curiosita`.
"Con un mio amico... il Ghignagatto, - disse Alice - vorrei presentarlo a Vostra Maesta`."
"Quel suo sguardo non mi piace, - rispose il Re - pero` se vuole, puo` baciarmi la mano."
"No, grazie." rispose subito il Gignagatto.
"Non essere insolente, - disse il Re - e non mi guardare in quel modo." E parlando si rifugio` dietro ad Alice.
"Un gatto puo` guardare in faccia un Re, - osservo` Alice, - l'ho letto in qualche libro, ma non ricordo dove."
"Va bene ma bisogna mandarlo via!" disse il Re risoluto e chiamo` la Regina che passava in quel momento:"Cara mia, vorrei che si mandasse via quel Gatto!"
La Regina conosceva un solo modo per sciogliere tutte le difficolta`, grandi o piccole, e senza neppure guardare intorno, grido`:"Tagliategli la testa!"
"Andro` io stesso a chiamare il boia!" disse il Re, e ando` via di corsa.
Alice penso` che intanto poteva ritornare per vedere il progresso del gioco, mentre udiva da lontano la voce della Regina che s'adirava urlando. Ella aveva sentito gia` condannare a morte tre giocatori che avevano perso il loro turno. Tutto cio` non le piaceva, perche` il gioco era diventato una tal confusione ch'ella non sapeva piu` se fosse il suo turno oppure no. E si mise in cerca del suo riccio.
Il riccio stava allora combattendo contro un altro riccio; e questa sembro` ad Alice una buona occasione per batterli a croquet l'uno contro l'altro: ma c'era una difficolta`: il suo fenicottero era dall'altro lato del giardino, e Alice lo vide sforzarsi inutilmente di volare su un albero.
Quando le riusci` d'afferrare il fenicottero e a ricondurlo sul terreno, la battaglia era finita e i due ricci s'erano allontanati. "Non importa, - penso` Alice - tanto tutti gli archi se ne sono andati dall'altro lato del terreno". Si accomodo` per benino sotto il braccio il fenicottero per non farselo scappare piu`, e ritorno` dal Gatto per riattaccare discorso con lui.
Ma con sorpresa trovo` una gran folla raccolta intorno al Ghignagatto; il Re, la Regina e il boia urlavano tutti e tre insieme, e gli altri erano silenziosi e malinconici.

Quando videro Alice, i tre litiganti si rivolsero a lei perche` risolvesse la lite. Essi le ripeterono i loro argomenti; ma siccome parlavano tutti in una volta, Alice non ci capi` un bel niente.
Il boia sosteneva che non si poteva tagliar la testa dove mancava un corpo da cui staccarla; che non aveva mai avuto da fare con una cosa simile prima, e che non voleva cominciare a farne alla sua eta`.
Il Re sosteneva che una testa si puo` tagliare in ogni caso e che il boia non doveva dire tante stupidaggini.
L'argomento della Regina era questo: se non si fosse eseguito immediatamente il suo ordine, avrebbe ordinato l'esecuzione di quanti la circondavano. (E quest'ingiunzione aveva dato a tutti quell'aria grave e piena d'ansia.)
Alice non seppe dir altro che questo: "Il Gatto e` della Duchessa: sarebbe meglio interpellare lei!"
"Ella e` in prigione, - disse la Regina al carnefice - Conducetela qui." E il boia volo` come una saetta.
Andato via il boia, la testa del Gatto comincio` a dileguarsi, e quando egli torno` con la Duchessa non ce n'era piu` traccia: il Re e il boia corsero qua e la` per ritrovarla, mentre il resto della brigata si rimise a giocare.

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