mercoledì 25 febbraio 2009

Foto - Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma






















Film Pirati dei Caraibi - La Maledizione del forziere fantasma


Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma
Un film di Gore Verbinski Con Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley Bill Nighy, Stellan Skarsgård.
Jack Davenport, Kevin McNally, Naomie Harris, Jonathan Pryce, Mackenzie Crook, Tom Hollander, Lee Arenberg, Geoffrey Rush, David Bailie, Martin Klebba, David Schofield
Titolo originale Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest. Avventura, durata 150 min. - USA 2006.
Trama
Sparrow stavolta si trova ad affrontare un nuovo intrigo a carattere soprannaturale: il capitano ha infatti un debito d'onore con Davey Jones, padrone degli oceani e comandante dello spettrale veliero l'Olandese Volante e per lui si profila un destino di dannazione ed eterna schiavitù nell'altro mondo, se non riuscirà a scrollarsi di dosso questo pericoloso avversario. I guai di Jack coinvolgeranno ancora una volta Will ed Elizabeth e comprometteranno il matrimonio tra i due...

Pirati dei Caraibi:La Maledizione del Forziere Fantasma

I Corsari




I Corsari agivano in nome di un sovrano, autorizzati dalla lettera di corsa o lettera di marca.Essi erano incaricati o meglio "autorizzati" a danneggiare altre determinate potenze marittime di altri Stati; poiché i suoi marinai non sono da considerarsi briganti, ma regolari combattenti. Anche il nemico si comportava diversamente a seconda che riuscisse a catturare un pirata o un corsaro: il pirata veniva subito impiccato, mentre il corsaro veniva imprigionato come prigioniero di guerra.L'oro degli Spagnoli suscitò gli appetiti in particolare dei Bucanieri e dei Filibustieri che agirono nelle Antille con l'incoraggiamento dei rispettivi governi. La guerra corsara ebbe successo nei secoli in cui gli stati non erano dotati di un' efficiente marina militare e delegarono il divieto della corsa stabilito con la pace di Utrecht, avviando il declino del fenomeno. Solitamente i corsari, capaci di ogni ferocia, si comportavano fra loro come veri fratelli, fedeli alle leggi che regolavano la loro vita. Per questo costituirono un'immensa forza che la ferrea disciplina rendeva quasi sempre invincibile. La parte del bottino dei marinai era accresciuta in caso di ferite e ogni ferita aveva il suo prezzo. Così, ad esempio, la perdita degli occhi o delle gambe comportava un premio di 600 piastre; la perdita del pollice o dell'indice della mano destra o di un occhio 300 piastre, per ogni altro dito 100 piastre, e così via

I Pirati

I Pirati


I Pirati erano veri briganti del mare, senza legge e con l'unico scopo di arricchire se stessi, accumulando tesori preziosi. La pirateria ha un' origine antica che ebbe grande sviluppo verso il 1500 con la scoperta del Nuovo Mondo e l'aumento dei traffici marittimi. Nel corso dei secoli il Mediterraneo fu infestato da Pirati barbareschi, cioè provenienti dalla Barberia, abitata dai Berberi. Veloci e coraggiosi, i pirati barbareschi calavano come il fulmine sulle navi delle Repubbliche Marinare italiane; operando per proprio conto sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra. Essi nelle loro navi pirata avevano un emblema: la bandiera nera che veniva rappresentata con un teschio e due tibie incrociate su fondo nero.Era ben difficile che una nave nemica, anche se passava lontana, non fosse avvistata dai pirati. Durante le traversate tutti gli occhi erano fissi all'orizzonte, perché il primo che vedeva la preda aveva diritto ad un premio. Quando una vela era in vista, l'equipaggio afferrava le armi e correva al proprio posto. A prua si portavano quelli armati di moschetto; altri si coricavano sul ponte per non farsi scorgere; tenevano il coltello fra i denti e la pistola nella mano destra, la sinistra era libera per l'arrembaggio. Intanto il timoniere portava a tutta velocità la nave sulla scia dell'altra; in questo modo le presentava sempre la prua e offriva uno stretto bersaglio in caso che sparasse.

mercoledì 18 febbraio 2009

martedì 17 febbraio 2009

Monologo Dorian gray

NEVE A ROMA - IL MIRACOLO!.wmv

Klimt - DVD Trailer

Film Klimt



Titolo Originale: KLIMT
Regia: Raoul Ruiz
Interpreti: John Malkovich, Veronica Ferres, Stephen Dillane, Saffron Burrows, Sandra Ceccarelli, Nikolai Kinski
Durata: h 1.37 Nazionalità: Austria, Francia, Germania, GB 2006 Genere: Biografia

Storia dell’austriaco Gustav Klimt, pittore che rappresentò il nuovo stile artistico del XIX secolo, l’Art Nouveau. Destò scandalo per il carattere erotico della sua pittura e fu bandito dal circuito ufficiale, dando poi vita alla cosiddetta Secessione Viennese. Si fece sostenitore di giovani artisti come Oskar Kokoshka e Egon Schiele.
Il film è un coraggioso ritratto di una parte della vita di Gustav Klimt. Partendo dal momento in cui il pittore è sul letto di morte, il film è un analisi del modo di vedere la vita da parte di Klimt, il tutto realizzato in maniera piuttosto lenta e visionaria. Il difetto del film è proprio questo: la lentezza. Il cast è più che buono, John Malkovich è bravissimo ad immedesimarsi nella parte del pittore austriaco, però manca quel tot di enfasi e di partecipazione emotiva che fanno distaccare lo spettatore. Bella l’idea di partire dalla sua malattia per poi tornare indietro all’ultima fase della sua vita. Questa idea però poteva essere sviluppata meglio, togliendo alcune parti visionarie che sembrano un po’ forzate.

Una papera


Una papera

Lungo il fiumiciattolo
una papera bianca
solitaria con tuttimi scodinzola
ogni volta che
la guardo e la chiamo piano
un albero di fico
domani le farà ombra
in mezzo a rumori più disparati
lei in mezzo ai topi
io alle trappole
all'ombra di un domani
uguale ma diverso
ci osserviamo
mentre la luce di un fanale
si infrange nell'acqua
si sente osservata,mi guarda
immobile
gli occhi le si chiudono
una semplice papera di città
in un semplice fiumiciattolo
una sera di fine estate
mi raccontò e mi spiegò
senza parole
la calma.....

Vita di un albero









Vita di un albero
Nato da un seme portato dal vento, si era fatto presto un arbusto vivace che cercava la luce del sole e l'aria libera, crescendo sempre più alto, al di sopra di una macchia di, arboscelli. Divenne un bell'albero gagliardo.: la sua chioma fronzuta si levava altera verso il cielo, ospitava nidi di uccelli che lo ripagavano con i loro canti; le sue radici si facevano di anno in anno piu fonde; il suo tronco si faceva più robusto; Ogni primavera si copriva di gemme e di fiori, ogni estate dava frutti, ogni autunno dava i suoi semi e le sue foglie al vento, ogni inverno si prendeva il suo riposo. Passarono anni e anni, cosi, ma, come tutti i vegetali che nascono, vivono, muoiono, anche l'albero invecchiò, intristì.Il boscaiolo lo tagliò, per non vederlo morire.

lunedì 16 febbraio 2009

domenica 15 febbraio 2009

Cani e gatti

L'attimo fuggente - Lezione 5

L'attimo fuggente - Lezione 4

L'attimo fuggente - Lezione 3

L'attimo fuggente - Lezione 2

L'attimo fuggente - Lezione 1

Il punto di vista

L'attimo fuggente


L’attimo fuggente
Le lezioni del Professor Keating

Carpe diem”
I lezione
Cogliere l’attimo per rendere speciale la nostra esistenza.

Fischiettando, il professor Keating entra in aula, si avvicina agli alunni, gira trai banchi e si dirige verso il fondo dell’aula, guadagnando l’uscita, poi, sporgendo la testa dentro, invita gli studenti a seguirlo fuori.

Keating: “Su, andiamo!”
Risatine ironiche da parte dei ragazzi.
Un alunno: “Dov’è andato?”
Un altro: “E chi lo sa!”
Molti: Dai, andiamo, su forza!”

Nell’atrio

Keating: “O Capitano, mio capitano!” Chi conosce questi versi? Non lo sapete? È una
Poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincon. Ecco, in questa classe
potete chiamarmi professor Keating o se siete un po’ più audaci, “O Capitano,
mio Capitano”
Ora dissiperò alcune voci anziché non inquinino i fatti. Certo, anch’io ho
frequentato Welton e sopravvivo, comunque, a quel tempo non ero la mente
eletta che avete di fronte, ero l’equivalente intellettuale di un gracile corpicino.
Andavo sulla spiaggia e tutti mi tiravano i libri di Byron in piena faccia.
Allora, vediamo, Pitts, da qualcuno bisogna cominciare, dunque, chi di voi è
Pitts? Molto bene, vuole aprire il suo libro a pagina 503?
Pitts: “O vergine cogli l’attimo che fugge?”
Keating: “Sì, proprio quella, è appropriata, no?”
Pitts. “Cogli la rosa quando è il momento,
che il tempo, lo sai, vola
e lo stesso fiore che sboccia oggi,
domani appassirà”.
Keating: “Grazie mille, Pitts.
Cogli la rosa quando è il momento” in latino, invece, si dice “Carpe diem”. Chi
lo sa che cosa significa?”
Maeks alza il dito e risponde: “Carpe diem, cioè cogli l’attimo”.
Keating: “Molto bene, signor?”
Maeks: “Maeks”.
Keating: “Maeks, mi ricorderò il suo nome.
Cogli l’attimo, cogli la rosa quando è il momento”.
Perché il poeta usa questi versi?
Charlie: “Perché va di fretta!”
Keating: “No, diing! Grazie per aver partecipato al nostro gioco. Perché siamo cibo per
i vermi, ragazzi! Ognuno di noi, un giorno smetterà di respirare, diventerà
freddo e morirà. Adesso, avvicinatevi tutti e guardate questi visi del passato –
e indica le foto di classe del passato esposte insieme ai trofei e alle coppe
nella vetreria dell’Accademia – Lì avete visti mille volte, ma non credo che li
abbiate mai guardati, non sono molto diversi da voi: stesso taglio di capelli,
pieni di ormoni come voi, invincibili come vi sentite voi. Il mondo è la loro
ostrica, pensano di essere destinati a grandi cose, come molti di voi, i loro
occhi, pieni di speranza, proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è
stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale?
Perché vedete, questi ragazzi, ora, sono concime per i fiori, ma se ascoltate
con attenzione, li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi,
sentite?
Carpe diem, carpe diem… cogliete l’attimo, ragazzi,
rendete straordinaria la vostra vita”.

IV Sequenza dal film “L’attimo fuggente”
Prima lezione
***
Comprendere la poesia
II lezione

La poesia non va misurata, ma vissuta, assaporata

Keating: “Ora aprite i vostri testi a pagina 21 dell’introduzione. Lei, Perry, vuole leggere il
primo paragrafo dell’introduzione, intitolato: “Comprendere la Poesia?”
Perry: “Comprendere la poesia di Johnathan Evans Prichard, Professore emerito. Per
comprendere appieno la poesia, dobbiamo, innanzitutto, conoscere la metrica,
la rima e le figure retoriche e, poi porci due domande: uno con quanta efficacia
sia stato il fine poetico e due, quanto sia importante tale fine.
La prima domanda valuta la forma di una poesia, la seconda ne valuta
l’importanza. Una volta risposto a queste domande, determinare la grandezza
di una poesia, diventa una questione relativamente semplice.
Se segniamo la perfezione di una poesia sull’asse orizzontale di un grafico e la
sua importanza su quello verticale, sarà sufficiente calcolare l’area totale della
poesia per misurarne la grandezza.
Un sonetto di Byron può avere valori alti in verticale, ma soltanto medi in
orizzontale, un sonetto di Shakespeare avrà, d’altro canto, valori molto alti in
orizzontale e in verticale con un’imponente area totale, che, di conseguenza, ne
rivela l’autentica grandezza.
Procedendo nella lettura di questo libro, esercitatevi in tale metodo di
valutazione, crescendo così la vostra capacità di valutare la poesia, aumenterà
il vostro godimento e la comprensione della poesia”.
Keating: “Escrementi! Ecco cosa penso delle teorie di J. Evans Prichard. Non stiamo
parlando di tubi, stiamo parlando di poesia, ma si può giudicare la poesia
facendo la hit parade. Gagliardo Byron, è solo al quinto posto, ma è poco
ballabile”.
Risatine divertite.
Keating: “Adesso voglio che strappiate quella pagina!: Coraggio, strappate
l’intera pagina”. Mi avete sentito, strappatele? Ho detto di strappatele! Coraggio,
strappatela. Molto bene, Dalton, anzi, sapete una cosa, è meglio che strappiate
tutta l’introduzione, voglio che sparisca per sempre, che non ne rimanga traccia
alcuna. Avanti, strappate. Vai con Dio J. Evans Prichard, professore emerito.
Strappate, strappate, rompete, frantumate, non voglio sentire altro che gli strappi
del professor Prichard, forza che poi attacchiamo tutto in bagno. Non è la
Bibbia, non andrete certo all’inferno”.
Richard: ”Questo è matto!”
Keating: “Coraggio, fate un lavoro accurato, che non ne rimanga niente”:
Richard: “Ma non si strappa un libro!”
Neil: “Strappa, strappa e strappa, dai!”
Keating: “Strappate, signori, strappate”.
Altri: “E dai…”
Io strappo tutto il libro, è professore?”
Ah, Ah…”
Mc Allister: “Ma che diavolo sta succedendo qui!”
Keating: “Non sento più strappi”:
Mc Al. “Signor Keating!”
Keating: “Signor Mc Allister!”
Mc Al. “Mi scusi, io non sapevo che fosse qui”:
Keating: “E invece”:
Mc Al. “Ah, allora, c’è, mi scusi”:
Keating: “Continuate a strappare, ragazzi. Questa è una battaglia, una guerra e le vittime
sarebbero i vostri cuori e le vostre anime. Grazie mille, Dalton. Armate di
accademici, che avanzano misurando la poesia, no, non lo permetteremo, basta
con i J. Evans Prichard. E ora, miei adorati, imparerete di nuovo a pensare con la
vostra testa, imparerete ad assaporare parole e linguaggio. Qualunque cosa si
dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo. Quello sguardo negli
occhi di Pitts dice che la letteratura dell’Ottocento non c’entra con le facoltà di
economia e di medicina, può darsi. E lei, Hopkins, è d’accordo con lui e pensa:
È sì, dovremmo semplicemente studiare il professor Prichard, imparare rima e
metrica e preoccuparci di coltivare altre ambizioni”.
Ho un segreto da confessarvi, avvicinatevi, avvicinatevi! Non leggiamo e
scriviamo poesie perché è carino, noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo
membri della razza umana e la razza umana è piena di passione. Medicina,
legge, economia, ingegneria, sono nobili professioni, necessarie al nostro
sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste
le cose che ci tengono in vita.
Citando Walt Whitman:
O me o vita!
Domande come queste mi perseguitano.
Infiniti cortei di infedeli,
città gremite di stolti,
che v’è di nuovo in tutto questo?
O me o vita!
Risposta:
Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
che il potente spettacolo continua
e che tu puoi contribuire con un verso”.
Che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso”.
Quale sarà il tuo verso?”
VIII Sequenza, dal film “L'attimo fuggente”
***
Osate Cambiare”
III lezione
Osare e a non avere paura di cambiare.
Keating: “Un uomo non è molto stanco, è esausto e non usate molto triste, usate… Su
avanti, Overstreet, non dorma!”
Xnox: “Affranto?”
Keating: “Esatto! È affranto, ecco, il linguaggio si è sviluppato con uno scopo, cioè di…
forza Anderson, allora, è un uomo o un’ameba? Vediamo, Perry?”
Neil: “È… di comunicare?”
Keating: “Noo, di rimorchiare le donne!”
Tutti ridono.
Keating: “Oggi parleremo di William Shakespeare”.
Disappunto da parte degli studenti.
Keating: “Lo so, alcuni di voi preferirebbero sedersi sulla poltrona del dentista, ma noi
parleremo di Shakespeare, come di un tale che ha scritto cose molto
interessanti. Voi avete visto Shakespeare recitato più o meno così: “O Tito
porta il tuo amico con te!” Ma chi l’ha visto fatto da Marlon Brando, sa che
Shakespeare può essere diverso: “Amici, Romani, concittadini, prestatemi
ascolto”. E cercate di immaginarvi John Wayne in Macbeth che fa: “Bè, cos’è
un coltello quello che vedo di fronte a me?”
Risate.
Keating: “Cane, signore? No, oggi no!
Guardi che un cane fa bene ogni tanto, sa? Uno può fare un pasto completo a
base di cane. Si comincia un credité di dalmata, si continua con un bel cocker
flambé e per dessert un pechinese al pepe rosa. Come stuzzicadenti, usate le
code”.
Keating sale sulla cattedra e…
Perché sono salito quassù, chi indovina?”
Charlie: “Per sentirsi alto”.
Keating: “No, grazie per aver partecipato. Sono salito sulla cattedra per ricordare a me
stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse e il
mondo appare diverso da quassù.
Non vi ho convinto? Venite a vedere voi stessi, Coraggio, è proprio quando
credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un’altra prospettiva,
anche se ci può sembrare sciocco o assurdo, ci dovete provare. Ecco, quando
leggete, non considerate soltanto l’autore, considerate quello che voi pensate.
Figlioli dovete combattere per trovare la vostra voce, più tardi cominciate a
farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto. Thoreau dice: ”Molti uomini
hanno vita di quieta disperazione”, non vi rassegnate a questo, ribellatevi, non
affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno. Ecco, così, bravo Prisky,
grazie, sì.
Osate cambiare, cercate nuove strade! Allora, in quanto agli esercizi, vorrei
che componeste una poesia, tutta vostra, un lavoro originale. La, la, la, sì, una
poesia e dovrete leggerla ad alta voce di fronte alla classe, martedì, giovanotti.
Ah, senta Anderson, non creda che non sappia che questo compito le fa una
paura del diavolo, vecchia talpa”.
XII Sequenza, dal film “L’Attimo fuggente”
Terza lezione
***
La Poesia
è una scintilla di rivelazione
IV lezione

La poesia nasce da una scintilla di rivelazione
e non importa se gli altri la considerino buffa o sciocca,
perché i pensieri sono unici.

Xnox: “A Chris.
Vedo il dolce suo sorriso
e una luce sul suo viso.
Mi scopro a sognare di mondi infiniti,
sapendo che…- risatine ironiche dei compagni –
sapendo che…è vita.
Mi dispiace, lo so, è stupida!”
Keating: “No, no, non è stupida, ci hai provato, hai toccato un tema fondamentale,
l’amore, fondamentale non solo nella poesia, ma anche nella vita.
Bene, Hopkins, dato che ride, si accomodi”.
Hopkins: “Il gatto è seduto sul tetto”. – risate –
Keating: “Be’, congratulazioni, Hopkins! È la prima poesia, che totalizza zero sul grafico Prichard. – Risate - Non ridiamo di lei, ridiamo con lei.
Non importa la semplicità del tema, a volte, le poesie più belle parlano di cose
semplici, come un gatto o un fiore o del sole. La poesia nasce da tutto ciò che
ha una scintilla di rivelazione. Cerchi solo chela sua poesia non sia banale.
Allora, a chi tocca adesso? Signor Anderson, vedo che è già entrato in agonia.
Avanti Todd, si accomodi, non voglio vederla soffrire”.
Todd: “No, io, poesie non mi sento…”
Keating: “L’amico Anderson ritiene che ciò che ha dentro sia inutile e imbarazzante. Non
è così Todd. Non è la sua peggiore paura? E si sbaglia. Io credo che dentro di
lei ci sia qualcosa che vale moltissimo. – poi alla lavagna Keating scrive un
verso di Whitman e lo legge alla classe – “E risuona il mio barbarico yaup sopra
i tetti del mondo”, firmato Walt Whitman. Di nuovo lo zio Walt. Per quelli che
non lo sapessero, yaup è un ululato rauco, un grido. Ecco Todd, vorrei che mi
desse una dimostrazione di uno barbarico yaup. È no, non può ululare, stando
seduto, coraggio, si muova, in piedi! Assuma la posizione da ululato”.
Todd: “Yaup!”
Keating: “Non un ululato, un barbarico yaup!”
Todd: “Yaup!”
Keating: “No, andiamo, più forte!”
Todd: “Yaup!”
Keating: “Così sembra un topo, la voce!”
Todd: “Yaup!”
Keating: “Deve ululare da uomo!”
Todd: “YAUP!”
Keating: “Ecco, così, ha visto c’è un barbaro dentro di lei. No, no, non ha ancora finito.
Quella foto, – indicando la fotografia di Whitman appesa al muro di fronte – chi
le fa venire in mente? Non rifletta, risponda, coraggio!”
Todd: “Un matto!”
Keating: “Ma che genere di matto, non ci deve pensare, su risponda”:
Todd: “Un pazzo furioso”:
Keating: “No, no, può fare di meglio, liberi la mente, usi l’immaginazione, dica la prima
cosa che ha in testa, anche se le sembra scema, coraggio”:
Todd: “Un pazzo con la bava alla bocca!”
Keating: “Santo cielo, c’è un poeta dentro di lei, figliolo! Ora chiuda gli occhi, li chiuda e,
adesso, descriva ciò che vede”:
Todd: “Io ho chiuso gli occhi e la sua faccia mi ondeggia davanti”.
Keating: “ È un pazzo con la bava alla bocca”:
Todd: “ È un pazzo con la bava alla bocca
e il suo sguardo mi trapana il cervello”:
Keating: “Eccellente, e adesso l’azione, gli faccia fare qualche cosa”:
Todd: “Tende le mani e mi strozza”.
Keating: “Sì, così, fantastico, fantastico!”
Todd: “E non la smette di borbottare”.
Keating: “Che cosa borbotta?”
Todd: “Borbotta la verità”:
Keating: “Certo!”
Todd: “La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi - risate –
Keating: “No, non ci faccia caso, continui con la coperta, mi parli della coperta”:
Todd: “Tu la spingi, la tiri e lei non basta mai,
anche se ti dibatti, non riesci a coprirti tutto.
Dal momento in cui nasci piangendo
al momento in cui esci morendo,
ti copre solo la faccia e tu piangi e gridi e gemi”.
Studenti; “Bravo, bravo! “ – applausi –
Keating: “Non se lo dimentichi mai”.
XV Sequenza, dal film “L’attimo fuggente
Quarta lezione

***
I rischi del conformismo
V lezione
Camminare liberamente, in pratica, trovare se stessi.
Keating: “Niente voti oggi, si passeggia. Ecco, così.
La poesia, qualcuno ha detto, non è certo un gran diletto cantando – Sinistr,
destr, sinistr, alt!
Grazie, ragazzi. Avete notato che ognuno di voi si muove con la sua particolare
andatura. Per esempio, Pitts se la prende comoda, tanto, prima o pio, arriverà;
invece, Camerun sta pensando: “Andrà bene, forse sì, ma sì, certo, certo, o
forse no, chi lo sa” e il nostro Overstreet è mosso da profonda passione .
- risate -. Lo sappiamo tutti, non è vero?
Ma non li ho fatti marciare per deriderli, li ho fatti marciare per illustrare
la questione del conformismo: la difficoltà di mantenere le proprie convinzioni di
fronte agli altri.
Alcuni di voi hanno l’aria di pensare: “Ah, io avrei marciato diversamente”:
Allora, chiedetevi perché battevate le mani.
Ci teniamo tutti ad essere accettati,
ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri, anche se ad altri
sembrano strani e impopolari, anche se il gregge può dire: “Non è beene!”
Come ha detto Frost: “Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno
battuta ed è per questo che sono diverso”:
Voglio che troviate la vostra camminata, adesso, il vostro modo di correre e di
passeggiare in ogni direzione, comunque vogliate, che sia fiero, che sia
sciocco, sta a voi.
Giovanotti, il cortile è vostro! - gli studenti iniziano a camminare -
Non dovete dare spettacolo, lo fate per voi stessi.
Be’, Dalton, non partecipa?”
Charlie: “Esercito il diritto di non camminare”:
Keating: “Grazie mille Dalton, ha afferrato l’idea al volo.
Andate pure controcorrente”:

XIX Sequenza, dal film “L’attimo fuggente”
Quinta lezione

Film L'attimo Fuggente - Dead Poets Society



L'Attimo Fuggente (Dead Poets Society)
Cast
Robin Williams, Ethan Hawke, Josh Charles, Gale Hansen, Dylan Kussman, Norman Lloyd, Allelon Ruggiero, Kurtwood Smith, James Waterston
Regia Peter Weir
Sceneggiatura Tom Schulman
Genere Drammatico
Trama
Nell'autunno 1959 all'Accademia Welton, una scuola elitaria e conformista ubicata sulle colline del Vermont, i metodi assolutamente insoliti di un nuovo insegnante di materie umanistiche, John Keating, sono considerati con timore e sgomento dal preside Nolan e dalle famiglie. Keating affascina la sua classe non solo per intelligenza e simpatia, ma per novità pedagogiche: per lui la poesia sopra ogni altra cosa è il fulcro per far nascere e sviluppare lo spirito creativo e per "liberare" nei ragazzi non solo l'amore per Keats, Withman o Shakespeare (considerati in maniera meno arida e puramente letteraria), ma tutte le premesse migliori per la più indovinata e fertile scelta di vita. Nella classe di Keating, che matura le suggestioni culturali anche con iniziative divertenti e stravaganti, sette allievi lo seguono con interesse particolare, capeggiati da Neil Perry, un diciassettenne da sempre dominato da un padre autoritario, che scopre in se stesso la vocazione di attore. I sette ragazzi hanno fondato la "Società dei Poeti Estinti" e di notte lasciano spesso e volentieri l'Accademia per riunirsi in una grotta, per meglio comunicare tra loro e recitare versi, propri ed altrui. Gerard Pitts, Todd Anderson, Charlie Dalton, Knox Overstreet, Richard Cameron, Steven Meeks vivono così una loro specialissima stagione, fervida di scoperte ed entusiasmi. Ma i metodi del professor Keating e le azioni dei suoi allievi si scontrano con il conformismo e la serietà che sempre hanno regnato a Welton. I comportamenti di questi ragazzi hanno una tragica conseguenza nell'aspirante attore, che si toglie la vita nella casa paterna, dopo lo schietto successo riportato in una recita scolastica, avendo appreso che i suoi lo toglieranno dalla scuola per la sua insubordinazione. Severa inchiesta a cura del preside Nolan: Cameron (uno dei ragazzi, che teme l'espulsione) denuncia la Società ed il gruppo dei giovani fan dei Grandi Poeti. A malincuore e con le lacrime agli occhi, anche il timido Todd Anderson, pure lui minacciato di espulsione, firma la denuncia. Keating, ritenuto il vero responsabile di questa morte, deve lasciare l'insegnamento, mentre nella sua ex-classe tutto sta per tornare in ordine, sotto la temporanea e monotona guida personale dello stesso preside. Keating, ritirando i suoi libri - quelli dei Poeti che venera e che ha insegnato ad amare - vede il piccolo gruppo dei sette fedelissimi (che hanno "dovuto" accusarlo) i quali, saliti in piedi sui banchi, recitano versi e lo guardano intensamente, salutandolo per sempre.

venerdì 13 febbraio 2009

Trilussa - Foglie Gialle


Foglie gialle

Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle
come farfalle
spensierate?
Venite da lontano o da vicino
da un bosco o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso che vi porta via?
(Trilussa)

giovedì 12 febbraio 2009

Film - Operazione Valchiria


Operazione Valchiria
(Valkyrie )

Regia: Bryan Singer
Sceneggiatura: Christopher McQuarrie, Nathan Alexander
Attori: Tom Cruise, Kenneth Branagh, Carice van Houten, Eddie Izzard, Bill Nighy, Terence Stamp, Thomas Kretschmann, Kevin McNally, David Bamber, Halina Reijn, David Schofield, Werner Daehn, Christian Berkel, Matthias Freihof, Gerhard Haase-Hindenberg Ruoli ed Interpreti
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Montaggio: John Ottman
Musiche: John Ottman
Produzione: United Artists, Bad Hat Harry Productions Distribuzione: 01 distribution
Paese: USA 2008
Genere: Biografico, Drammatico, Storico
Trama del film
Operazione Valchiria: 1944: tornato in Germania dalla campagna d'Africa, dove è stato ferito gravemente, il colonnello Claus von Stauffenberg, un aristocratico tedesco, si unisce alla Resistenza ed entra a far parte dell'operazione Vakyrie, un piano che mira alla presa del potere da parte di un governo ombra una volta morto Hitler. Von Stauffenberg assumerà un ruolo centrale nel piano: sarà proprio lui a dover portare avanti il colpo di stato, uccidendo di sua mano il Führer. Il film è ispirato a fatti realmente accaduti: il vero von Stauffenberg fu a capo di un piano – noto come il Complotto del 20 luglio – che mirava ad abbattere il nazismo e a porre fine alla guerra assassinando Adolf Hitler.

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