domenica 27 gennaio 2008

Favola I tre Porcellini

Favola
I tre porcellini




In prossimità di un bosco, vivevano tre porcellini. Per mettersi al sicuro da un certo lupo che abitava nei paraggi, decisero di costruirsi tre casette.Il più volenteroso si procurò calce e mattoni, gli altri decisero di affaticarsi di meno e preferirono l'uno la paglia, l'altro il legno. In poco tempo e con poca fatica, la casetta di paglia fu pronta.Ma la debole costruzione non resistette al primo assalto del lupo. Bastò un semplice soffio e il porcellino si trovò senza riparo. Impaurito, corse a perdifiato verso la casetta di legno. Pensando di essere al sicuro, i due porcellini risero alle spalle del fratello che, con tanto impegno e fatica, si era costruito la casa in mattoni. Intanto il lupo non volle darsi per vinto così facilmente e, dopo una bella corsa, si fermò davanti alla casetta. - Aprite - intimò ai due porcellini. - Vattene, non ci fai paura... - Allora il lupo raccolse tutto il fiato che aveva e soffiò più forte che mai. In un attimo la porta cedette e ai due malcapitati non restò che correre dal saggio fratello. I tre fratelli fecero appena in tempo a chiudere la porta in faccia al lupo. In quel momento i due porcellini, ansanti e ancora spaventati, capirono quanto è importante fare le cose con impegno.Ora erano al sicuro, ma come liberarsi del lupo?Il lupo innervosito, capì che questa volta non sarebbe bastato soffiare sulla casa per aprirsi un varco. Si accanì allora sulla porta, ma questa, che aveva cardini robusti, non cedette. Il lupo, credendo di essere molto furbo, si arrampicò su un albero e pensò di sorprendere i tre porcellini entrando in casa dal camino. Nella foga di attuare il piano, non si accorse che il porcellino saggio si era reso conto delle sue intenzioni. Il porcellino gli preparò, svelto svelto, una sorpresa. Accese un bel fuoco nel caminetto e aspettò che il lupo vi cadesse sopra. A questo punto il lupo, stanco e bruciacchiato, si allontanò di corsa e non si fece più vedere. Da quel giorno i tre porcellini vissero al sicuro nella bella casetta di mattoni.




Il Delfino

Il delfino è senza alcun dubbio il mammifero acquatico più conosciuto e amato. Le specie che si possono più facilmente incontrare nelle acque delle Galapagos sono il delfino a “naso di bottiglia”(Tursiops Truncatus) e il delfino comune (Delphinus Delphis).
La specie più grande di delfino è senza dubbio l’orca, che è possibile incontrare nel mare delle Galapagos.
I delfini sono mammiferi, non possono dunque rimanere sott’acqua senza respirare, se non per pochi minuti. Sono soliti aggirarsi in grandi branchi di 1000 o 1500 individui.

Lunghezza media: 200-250 cm
Peso medio: 70-130 kg
Longevità: 25-30 anni

CARATTERISTICHE FISICHE
Il corpo di un delfino, o di un qualsiasi altro Cetaceo, si presenta estremamente idrodinamico, in modo da consentirgli di nuotare agilmente. La pelle, estremamente liscia e senza peli, contribuisce a ridurre la resistenza dell'acqua secernendo olio o muco. Infatti è dotata, all' interno, di speciali creste cutanee che contrastano la formazione di vortici, così come particolari secrezioni oleose eliminano la turbolenza dell'acqua ed ne agevolano lo scivolamento sulla superficie. Riescono quindi a raggiungere velocità massima di circa 45 km/h e navigare per lunghi periodi ad una velocità di 18-20km/h. Lo scheletro è assai debole dal momento che non hanno alcun bisogno di sostenere il loro corpo.
Le vertebre del cervicali sono corte e spesso fuse in modo da conferire una grande forza al collo, impedendogli di flettersi e quindi costituire un ostacolo per il nuoto. Gli arti anteriori si sono trasformati in due natatoie ben sviluppate, mentre gli arti posteriori sono scomparsi e gli unici residui di osso pelvico sono due ossicini dietro ai muscoli. Le natatoie e la pinna dorsale servono a mantenere la direzione e l'equilibrio, mentre i lobi della coda spingono il corpo dentro l'acqua. La coda rappresenta una delle caratteristiche anatomiche peculiari dei Cetacei, in quanto si differenzia da quelle dei pesci poiché si è sviluppata in senso orizzontale. Il cranio è "telescopico", cioè spinto all'indietro a partire dalla fronte, ha occhi indipendenti e posizionati in modo tale da consentire una vista frontale (cosa che non accade nelle balene), ha molti denti sottili e appuntiti(il numero varia a seconda delle specie considerate: ad esempio il delfino comune ne ha circa 200), infine sulla sommità, leggermente spostato a sinistra ha lo sfiatatoio: l'unica narice chiusa da un lembo di pelle.
La pinna caudale è priva di struttura ossea, ma provvista di una robusta muscolatura e resistenti fasci fibrosi. Imprime un'eccezionale propulsione al nuoto grazie alle potenti battute verticali dei suoi lobi. I muscoli della loro coda sono dieci volte più potenti di quanto non lo siano quelli degli altri mammiferi. Il movimento verso l'alto genera il moto, il ritorno passivo verso il basso riconduce alla posizione iniziale. Questa dinamica sembra consentire al flusso laminare di separarsi alla fine del corpo dell'animale senza provocare attriti, che invece la muscolatura di un Cetaceo non sarebbe in grado di vincere. Senza utilizzare la forza muscolare i delfini sono abilissimi a cavalcare le onde sfruttando i flussi prodotti dal vento o dalla prua delle navi, ma è "pinneggiando" con vigore e girandosi su un fianco che riescono a raggiungere le loro incomparabili velocità.

I delfini sono, inoltre, animali a sangue caldo e devono quindi essere in grado di conservare il calore del corpo. Per questo motivo hanno dimensioni maggiori rispetto agli animali a sangue freddo (i delfini oceanici sono lunghi mediamente 220 cm, mentre quelli di fiume 215 cm). Il calore è prodotto all'interno dell'animale, e si disperde attraverso l'epidermide: essi creano più calore di quanto in realtà ne perdano rimanendo così caldi. Inoltre lo spesso strato di grasso sotto la loro pelle (adipe) isola il corpo e ne conserva il calore. Ancora, il loro apparato circolatorio contribuisce al risparmio di calore; il sangue, infatti, si raffredda a mano a mano che scorre verso le estremità del corpo. I vasi sanguigni presenti nella code, nelle pinne pettorali e in quella dorsale sono quindi sistemati in modo che il sangue che ne defluisce venga riscaldato prima di ritornare ad altre parti del corpo.
ALIMENTAZIONE
G
eneralmente la loro alimentazione varia dal pesce (aringhe, capelin) ai calamari sino ai crostacei, a seconda delle diverse specie e della disponibilità. I molti denti dei delfini, piccoli, taglienti ed appuntiti, non servono per masticare il cibo, che viene inghiottito intero, ma semplicemente ad afferrare il pesce viscido. L'alimentazione fa comunque parte di un comportamento sociale perchè, sebbene siano in grado, quando il cibo è più abbondante, di alimentarsi da soli, solitamente formano colonie di 6-20 individui per organizzare vere e proprie battute di caccia. Ancora più numerosi sono i gruppi che formano i delfini che vivono in pieno oceano dove possono arrivare ad unirsi centinaia di individui.
La predazione è attentamente organizzata: i tursiopi, per esempio, circondano i banchi di pesce, stringendoli in spazi sempre più piccoli ed entrando al centro, per nutrirsi, uno alla volta, cominciando dagli individui dominanti (i maschi) e procedendo con i soggetti collocati più in basso nella scala gerarchica (femmine e giovani). Comunque ogni specie ha perfezionato la propria singolare tecnica di caccia.
I delfini usano l'ecolocalizzazione per individuare le prede, ma è anche probabile che il sonar serva a stordire e disorientare le prede, rendendone così più semplice la cattura.
Per quanto riguarda invece il fabbisogno di acqua dei delfini, è interessante sapere che non bevono l'acqua del mare filtrandola, ma assorbono direttamente quella contenuta nel pesce di cui si nutrono.
ORGANIZZAZIONE
Escludendo i delfini costieri che conducono una vita solitaria, gli altri si organizzano i gruppi di numerosità variabile: da 2 a più di mille soggetti. Solitamente si contano 20-100 individui per gruppo e in quelli più numerosi ci sono ulteriori suddivisioni in gruppetti più piccoli collegati tra loro. All'interno di ogni branco vige una rigorosa gerarchia sociale in cui i maschi sono gli individui dominanti (che quindi hanno il diritto di nutrirsi per primi) seguiti dalle femmine e dai giovani.
In ogni gruppo le femmine e i piccoli nuotano al centro del branco in modo che i maschi possano proteggerli da attacchi nemici. Non è infatti raro che le orche o gli squali attacchino questi cetacei che considerano delle prede.
I gruppi non sono fissi nel tempo: il numero di individui al suo interno può variare per l'allontanamento temporaneo di un maschio che va ad accoppiarsi con femmine di altri branchi, o per il distacco di giovani che formano una nuova comunità o per il ritorno di giovani femmine che hanno raggiunto la maturità sessuale. Comunque all'interno di ogni gruppo c'è sempre una forte coesione: addirittura se un membro del branco è in difficoltà e incapace di nuotare, i compagni lo sorreggono portandolo spesso in superficie a respirare.

sabato 26 gennaio 2008

Lillà

Lillà
Generalità: è un genere che comprende trenta specie di arbusti o piccoli alberi a foglie caduche.Viene usata anche per formare siepi.I fiori profumati sbocciano alla fine della primavera.


Syringa vulgaris (Lillà comune)
Originaria dell'Europa orientale. Arbusto a portamento eretto che può superare i tre metri di altezza.Le foglie sono cuoriformi o ovate.I fiori profumati di colore lillà sono riuniti in pannocchie piramidali e sbocciano in aprile - maggio.Esistono varietà a fiori semplici, semidoppi e doppi.
Fra le varietà a fiori semplici ricordiamo: "Blue Hyacinth" i fiori sono color malva e profumati; "Candeur" con boccioli color crema e fiori bianchi; "Firmament con boccioli rosa malva e fiori color azzurro lavanda: "Massena" con fiori color porpora carico. Fra le varietà a fiori doppi o semidoppi si ricordano: "Katherine Havemeyer" con fiori doppi color porpora lavanda; "Madame Antoine Buchner"con boccioli rosa e fiori semidoppi rosa malva.
Esposizione: in pieno sole, all'ombra moderata fiorisce meno.
Temperatura: sopporta bene gli inverni delle regioni italiane.
Annaffiature:abbondanti da maggio a luglio, durante il resto dell'anno l'apporto dell'acqua varia a seconda del clima.
Terreno: terra da giardino fertile tendente all'argilloso e un po' calcarea.Concimazioni: in primavera effettuare la pacciamatura con letame maturo.
Moltiplicazione: si moltiplica per talea semilegnosa con tallone, da prelevarsi in estate, e si pianta in un miscuglio di torba e sabbia, ma l'attecchimento è difficile. Il metodo più usato di riproduzione è l'innesto a gemma sulla specie tipica del luogo o sul ligustro. La Syringa Vulgaris, produce diversi polloni ed è quindi possibile la divisione dei cespi.
Potatura: si eliminano i fiori appassiti e da ottobre si tagliano i rami deboli.Gli arbusti vecchi ed alti si tagliano in inverno a circa mezzo metro - un metro dal terreno: la pianta in questo caso rifiorirà dopo circa due anni. Da luglio si staccano i polloni il più possibile vicino alle radici.
Parassiti: la batteriosi del Lyllà si manifesta con macchie di colore bruno sulle foglie e i germogli anneriscono e si seccano. La peronospora si manifesta con macchie brune e irregolari sugli apici dei germogli e sulla corteccia. Prodotti a base di piretro eliminano gli insetti che scavano le foglie.

giovedì 17 gennaio 2008

Zuppa di cipolle


Zuppa di Cipolle




Ingredienti :

80 gr di burro 4 cipolle bionde di media grandezza 4 cucchiai colmi di farina brodo di dado pane casalingo 4 fette sale q.b.

Ricetta :1-sbucciare le cipolle e tagliarle a fette sottilissime; farle dorare con il burro in un tegame abbastanza profondo per 5 minuti, aggiungere la farina e rosolare per qualche minuto mestando con una frusta; 2- iniziare a versare il brodo di dado ben caldo che intanto avremo preparato finchè non raggiungiamo la densità di una besciamella, aggiustare di sale; far cuocere il tutto per circa 15 minuti mescolando continuamente poichè il fondo tende a bruciarsi facilmente.

mercoledì 16 gennaio 2008

Favola - I Musicanti di Brema -











I musicanti di Brema
I fratelli Grimm
C
'era una volta un vecchio asino che aveva lavorato sodo per tutta la vita. Ormai non era più capace di portare pesi e si stancava facilmente, per questo il suo padrone aveva deciso di relegarlo in un angolo della stalla ad aspettare la morte.L'asino però non voleva trascorrere così gli ultimi anni della sua vita. Decise di andarsene a Brema, dove sperava di poter vivere facendo il musicista.Si era incamminato da poco quando incontrò un cane, magro e ansante."Come mai hai il fiatone?" gli chiese."Sono dovuto scappare in tutta fretta per salvare la pelle" gli rispose il cane. "Il mio padrone voleva uccidermi, perché ora che sono vecchio non gli servo più"."Purtroppo è vero – continuò - non sono più capace di rincorrere la selvaggina come una volta, e sono così debole che non spavento più nessuno. Ma ora come farò a procurarmi da mangiare?"concluse depresso."Vieni a Brema con me" suggerì l'asino. "Laggiù faremo fortuna con la musica: io suonerò il liuto e tu mi darai il ritmo con il tamburo"
Il cane accettò la proposta e s'incamminò con il nuovo amico.Non avevano percorso molta strada che s'imbatterono in un gatto che miagolava disperato."Cosa ti è successo per lamentarti in questa maniera?" gli chiese l'asino."Sono vecchio e soffro d'artrite, per questo non sono più agile come una volta e devo stare al caldo. Ma vedendomi riposare vicino al caminetto, ieri il mio padrone si è infuriato, mi ha accusato di essere un fannullone, mi ha rimproverato di non saper acciuffare nemmeno un topolino e mi ha cacciato da casa. Senza pietà! Pensare che l'ho servito fedelmente per tutta la vita!… Ora non so proprio dove andare, non so proprio come sbarcare il lunario!" rispose singhiozzando il gatto."Allora vieni a fare il musicista con noi a Brema" gli dissero insieme l'asino e il cane.
Il gatto non se lo fece ripetere due volte e pieno di speranza si unì a loro.Passando davanti ad una fattoria, furono distratti da un gallo che schiamazzava rincorso da una massaia."Mi vuole tirare il collo! Vuole me perché non ha un tacchino da cucinare per il pranzo della domenica! Mi vuole tirare il collo!" urlava terrorizzato.I tre compari gli gridarono: "Vieni con noi! Con la tua bella voce conquisteremo Brema!"Non ebbero il tempo di aggiungere altro che, appollaiato sulla schiena dell'asino, sentirono il gallo che li incitava:"Corriamo, corriamo, prima che la padrona mi acchiappi!"Una corsa disperata fin nel folto del bosco. Lì finalmente ripresero fiato!Ormai si era fatto buio e, si sa, di notte non è prudente viaggiare. Dovevano cercare qualcosa da mangiare e un posto per dormire almeno per quella notte. Rifocillati e riposati, l'indomani sarebbero ripartiti per Brema.Fu allora che sentirono dei rumori …Nascosti tra i cespugli, si guardarono intorno … videro una casa: ecco da dove arrivavano brusio, risate e… un profumo d'arrosto!Erano così stanchi e così affamati!
Cercando di non fare rumore si avvicinarono alla casa e, con cautela, sempre senza farsi scorgere, guardarono all'interno attraverso la finestra.Non potevano credere ai loro occhi! In mezzo alla stanza c'era un tavolo colmo di buone cose: un tacchino ripieno, mortadelle invitanti, formaggi di tutti i tipi, pane d'ogni forma, torte stupende, frutta profumata,…"Potremmo chiedere ospitalità…" non ebbero il tempo di aggiungere altro, che i quattro amici videro avvicinarsi al tavolo quattro ceffi paurosi. Dunque quello era il covo dei briganti!Se quei tipacci li avessero visti, sarebbe stata la loro fine!Si sa che la fame aguzza l'ingegno!
Nascosti tra i cespugli, studiarono un piano diabolico, che avrebbe spaventato quei briganti, così da obbligarli a scappare dal loro covo e da lasciare tutto quel ben di dio da mangiare a loro completa disposizione.Nel buio e nella tranquillità della notte, interrotti solo dalla luce che irradiava dall'interno della casa e dal vociare sguaiato dei briganti, si avvicinarono alla finestra.In silenzio perfetto l'asino appoggiò le zampe sul davanzale, il cane balzò sul dorso dell'asino, il gatto si arrampicò fin sulla testa del cane e il gallo si appollaiò sulle spalle del gatto.Quindi ad un cenno dell'asino, diedero inizio al loro primo concerto:… e fu tutto un ragliare, abbaiare, miagolare e schiamazzare.Un inferno! Terrorizzati, i quattro briganti cercarono la salvezza fuori dalla casa, ma all'uscita furono investiti da un essere che calciava, graffiava, mordeva, beccava!Un INFERNO! Scapparono per non tornare mai più in quel luogo maledetto!I quattro amici non ci pensarono due volte: si precipitarono all'interno della casa, senza esitare si sedettero intorno al tavolo… e …credo che siano ancora lì che mangiano e ridono, che ridono e mangiano… Lì era il Paradiso!
favole Fratelli Grimm

Franco Matticchio - Disegnatore -




Franco Matticchio (Varese 1957)




Franco Matticchio è nato nel 1957.Come disegnatore ha collaborato a vari giornali tra cui: Linus, Linea d'Ombra, L'Indice, Ventiquattro, Internazionale, Gioia Casa, Lo Straniero; ha disegnato alcune copertine per la casa editrice Garzanti.Nel 1994 ha realizzato i disegni e lo storyboard per il cartone animato dei titoli di testa del film Il Mostro di Roberto Benigni.Tra le sue raccolte di disegni pubblicate ricordiamo: Sogni e disegni (1997), Pflip (2000), Trilogia del Signor Ahi (2005).Nel 1999 ha disegnato una copertina per il New Yorker.Ha esposto in varie città italiane e un suo quadro è stato scelto per la mostra Arte italiana 1968 - 2007, curata da Vittorio Sgarbi.