lunedì 29 ottobre 2007

Opera "Casta Diva" di Vincenzo Bellini

Teatro Massimo Bellini de Catania
Casta Diva
[1831]Musica di Vincenzo Bellini
Libretto di Felice Romani
dalla "Norma", atto I.

"Casta Diva" è il cantabile della cavatina della protagonista nella Norma di Vincenzo Bellini.È la pagina più celebre composta da Bellini. Il compositore francese Fromental Halévy dichiarò che avrebbe barattato tutta la sua musica per quest'aria.Si colloca nel numero 4 dello spartito, la "scena e cavatina" di Norma, dove costituisce la sezione cantabile, dopo il recitativo "Sediziose voci" e prima del tempo di mezzo "Fine al rito; e il sacro bosco" e della cabaletta "Ah! bello a me ritorna".Costituisce una preghiera che la sacerdotessa gallica eleva alla luna. È preceduta dalla didascalia:«[Norma] Falcia il vischio: le Sacerdotesse lo raccolgono in canestri di vimini. Norma si avanza, e stende le braccia al cielo. La luna splende in tutta la sua luce. Tutti si prostrano.»


Casta Diva che inargenti
queste sacre antiche piante
a noi volgi il bel sembiante
senza nube e senza vel.
Tempra, o Diva,tempra tu de' cori ardenti
tempra ancor lo zelo audace
spargi in terra quella pace
che regnar tu fai nel ciel.



Fine al rito : e il sacro bosco
Sia disgombro dai profani.
Quando il Nume irato e fosco,
Chiegga il sangue dei Romani,


Dal Druidico delubro
La mia voce tuonerà.
Cadrà; punirlo io posso.
(Ma, punirlo, il cor non sa.


Ah! bello a me ritorna
Del fido amor primiero;
E contro il mondo intiero...
Difesa a te sarò.


Ah! bello a me ritorna
Del raggio tuo sereno;
E vita nel tuo seno,
E patria e cielo avrò.



Ah, riedi ancora qual eri allora,
Quando il cor ti diedi allora,
Ah, riedi a me.)

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